giovedì 2 febbraio 2012

Mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di ALU Vimercate

Oggi 2 Febbraio si è svolta un'iniziativa di mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di ALU Vimercate, contro il piano di riorganizzazione presentato dalla multinazionale all'incontro del 24 Gennaio 2012 e tenutosi presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Il piano che prevede 490 esuberi, dei quali circa 400 presso la sede di Vimercate, se attuato porterebbe alla cancellazione dell'attività di Ricerca e Sviluppo nel nostro paese ed ad un forte ridimensionamento anche della sola presenza commerciale.
Nonostante le condizioni climatiche avverse, Rai3,alcune testate giornalistiche, consiglieri regionali, provinciali e comunali erano presenti al presidio che si è concluso con un corteo interno alla palazzina P2 dove è presente l’head quarter di OPTICS.
Tutti i lavoratori della sede hanno partecipato con un'ora di sciopero alla conferenza stampa che si è tenuta sui cancelli, contro il piano aziendale.
Nuove iniziative di mobilitazione sono state decise dalla RSU, in accordo con i lavoratori e verranno comunicate nei prossimi giorni.
Come RSU abbiamo deciso inoltre di tenere la settimana prossima assemblee di reparto, per parlare più direttamente con i lavoratori della situazione ed anche in preparazione di una manifestazione regionale che abbiamo prevista entro Febbraio.

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RSU ALU Vimercate

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Da oggi i commenti sono aperti a tutti!

Anonimo ha detto...

Una sola domanda, da ex dipendente Alcatel. Forse non e' un po tardi??? Non sarebbe stato molto piu' proficuo mobilitarsi e protestare con forza gia' dai primi segnali.

Invece si e chiusa la sede di Bari in sordina, non mi sembra ci siano state forti mobilitazioni ( praticamente nessuna) si e' gia' applicato il cosidetto METODO BARI a Genova, in realta' sono ormai anni che Alcatel smantella pezzi di azienda.

Ma prima si stava tanquilli perche' era solo la produzione ad essere smantellata, dopo si stava tranquilli perche' tanto sono le sedi periferiche e magari se le sacrifichiamo ci pariamo il c.....o.

Adesso a casa completamente bruciata che cosa si vuol fare ???

E' la solidarieta' e la coesione sociale che fa la forza; queste aziende ci abituano all'individualismo, ci fanno coltivare il piccolo orticello sempre proiettati sulle aspettative personali sui riconoscimenti e le possibilita' di carriera e poi quando si decide di smantellare ... solo allora ci si rende conto di essere rimasti in pochi e soli.

Anonimo ha detto...

CHI NON CI VUOLE NON CI MERITA!!! Provo a "buttarla lì" con una battuta ma, secondo me, è arrivato il momento di cambiare tattica: questa strategia puramente difensiva non ha impedito il disimpegno progressivo di ALU in Italia (si veda la fine che hanno già fatto Rieti, Battipaglia, Genova e ora Vimercate).
Al prossimo incontro i sindacati dicano al ministro - constatata la volontà e l'inaffidabilità dell'azienda - di non ritenerla più un interlocutore credibile e di cercare da subito un acquirente che rilevi TUTTA Alcatel Italia.
Come reagirebbe l'azienda? Cosa farebbe di fronte alla prospettiva di ritrovarsi un temibile concorrente invece dell'inconsistente spezzatino nel quale vorrebbe ridurci?
E' un azzardo? Un'utopia? Ma non stiamo dicendo a tutti di essere "bravi", di essere vittime solo di una scelta politica? Dimostriamolo!
Anticipo qualcuna delle vostre perplessità: chi ci compra con 'sta crisi? magari con la vendita "in blocco" le facciamo solo un piacere?
Certo ci vorrebbe anche un'altra politica: che se dice che le telecomunicazioni sono strategiche poi si comporta di conseguenza, che non si fa prendere per i fondelli dalle multinazionali, che difende davvero il lavoro e con esso la dignità dei suoi cittadini.
Questa politica non c'è e, forse, è proprio per questo che questa mia idea sembra solo un'utopia...

Ho detto solo cazzate? Mi piacerebbe ascoltare i vostri commenti...

sufranèll

Anonimo ha detto...

Come non essere daccordo con il post di "sufranell"!
basta giocare "in difesa", qui finisce in goleada!!!

Anonimo ha detto...

Do i miei 2 Cent.
Se facciamo la guerra tra sedi, abbiamo già perso!
Non approvandolo personalmente ma una logica di concentrazione del R&D poteva anche esserci in Italia.
Diverso è ragionare su una Dismissione totale qual è quella annunciata.
Qui parliamo di totale cambio di prospettive industriali e cioè passiamo a essere solo un centro commerciale.
E se così fosse confermato,un totale di 200 persone in Italia sarebbero pure troppe per gestirlo.
Concordo pienamente con la scarsa affidabilità attendibilità e serietà della classe dirigente di Alcatel-Lucent che prima s’imbelletta come una Z####a per il futuro fotonico e poi decide ,poco dopo, che è ora di chiudere.
Ma di questo abbiamo avuto riprova purtroppo negli anni, del resto se questi hanno sempre centrato tutti i loro obiettivi e hanno intascato soldi in premi e affini per questo, perché andiamo male? Vediamo se hanno il coraggio di dire che sono degli eroi perché con la loro "manovra" ci hanno salvato dal affondare..... insomma la colpa è dello scoglio !
V

Anonimo ha detto...

Ma, utopisticamente parlando, quale realta' italiana potrebbe essere interessata ad aquisire ALU Italia?!

M.

Anonimo ha detto...

Il problema e' che ALU ha deciso di disimpegnarsi, oltre che dall'Italia, anche dall'Europa. E non solo ALU.

Abbiamo lasciamo aperti i nostri mercati (diversamente dagli Stati uniti e dalla Cina) e ci stanno razziando di tutto (tecnologie, know-how, posti di lavoro, siti produttivi).

Ormai sembra che l'unico obiettivo da perseguire e' far risalire i titoli in borsa e tutto il resto non conta!

M.

Anonimo ha detto...

non so se esiste una realtà puramente italiana, potrebbe essere anche straniera o magari un gruppo d'imprenditori...
Le vere domande, secondo me, sono due:
1. siamo davvero competitivi?
2. le aziende ad alta tecnologia sono strategiche per il paese?
se le risposte sono 2 si allora a qualcuno dovremmo pur interessare soprattutto se la politica facesse coi fatti la sua parte...
sufranèll

Antonio ha detto...

“Anna, la mamma non ti verrà a prendere stasera. Non ho più soldi. Scusa. La tua mamma”. Questo biglietto è stato trovato in una scuola di Atene. Il personale della scuola dice che non è un caso isolato. La Grecia sta affondando nell’incubo della miseria più nera, dove si ritrovano persone che fino a ieri conducevano una vita normale, andavano al lavoro, accudivano i figli e ora si ritrovano senza niente, abbandonate a loro stesse, senza alcuna rete di protezione sociale ed economica. “Ogni notte piango da sola a casa. Ma cosa posso fare? Non ho scelta” racconta alla BBC un’altra madre che ha deciso di abbandonare il figlio.
2012 L'italia sara' così?

Anonimo ha detto...

siamo la generazione di mezzo,
abbiamo vissuto con dei privilegi grazie alle lotte dei ns padri, ora e' il momento di tirare fuori le palle e ...anche se non servira' per salvare l alcatel servira' almeno per dare un segnale per chi verra' dopo di noi, ieri si doveva bloccare la tangenziale!
oggi si doveva attuare uno sciopero bianco.
Ma siamo sicuri che siamo tutti insieme e tutti uniti?
E poi chi ci guida ? i ns sindacati della fiom?
quelli che d accoordo con l azienda hanno lasciato passare tutto e non si sono mai opposti alle scelte aziendali?
Non andro' mai piu' ad un assemblea, non mi faro' prendere in giro da una sindacalista che dice che dovremo far cambiare idea all azienda e portare nuovi sviluppi a vimercate e poi "MA NON SARA' FACILE" ... ma come?????? e quando portavano via pezzi di R&D verso l India era facile???? L hanno fatto con facilita' anche grazie a noi.
Ce l hanno fatta, ora parte la guerra tra poveri, ora vedo dirigenti che aizzano gli impiegati allo sciopero, ma serve?
Ora serve fare bene quello che il ns sindacato e' riuscito sempre a fare bene, cioe' una bella contrattazione, nella speranza che ognuno di noi riesca a ricollocarsi all esterno e a ricominciare a lavorare per mantenere la propria dignita'.

anonimo lecchese.

Adriana ha detto...

Suppongo che la sindacalista alla quale ti riferisci sia io. La sindacalista della fiom alla quale ti riferisci ha tentato in questi anni con le sue capacità (forse non molte) insieme agli altri delegati della RSU, di coinvolgere il più possibile i lavoratori e colleghi di Alcatel sulle varie problematiche che giorno per giorno l'azienda ci presentava, nella consapevolezza che solo se uniti e appoggiati dai voi, come vostri rappresentanti saremmo riusciti e riusciremo ad ottenere qualcosa ed a modificare i progetti aziendali.
Poco o tanto che abbiamo fatto è sempre stato fatto con il consenso dei lavoratori.
Certo è molto difficile soprattutto quando le assemblee sono vuote e c'è poca solidarietà tra i lavoratori. Un esempio: a luglio dell'anno scorso quando NON firmammo l'accordo per la CIGO l'assemblea con sciopero, nella quale dovevamo decidere insieme le forme di pressione verso l'azienda, andò deserta. Come mai???Per incapacità mia e delle RSU??Non so...
Credo invece che tu, come altri colleghi, che hanno un punto di vista diverso, dobbiate partecipare alle assemblee per discutere insieme alle RSU ed agli altri colleghi e trovare un punto in comune, su come procedere e quali pressioni fare nei confronti dell'azienda. Questo proprio per evitare la guerra tra poveri e concentrare le nostre energie e potenzialità verso chi vuole cancellare le nostre competenze, le nostre attività ed il nostro posto di lavoro, attraverso il piano di tagli annunciato.
Ciao Adriana Geppert

Anonimo ha detto...

A me piacerebbe sapere, realisticamente, quale è l'obbiettivo da parte del sindacato. Fare retrocedere l'azienda dalle sue decisioni o vendere il più caro possibile la pelle? Sinceramente faccio molta fatica a credere che l'azienda torni sui suoi passi, allo stesso tempo non riesco ad immaginarmi cosa possa voler dire l'altra opzione. Esistono altre vie? Non credo, forse vie di mezzo, ma vie di mezzo vuole dire comunque perdere dei pezzi.
Non è per fare polemica ma per capire per cosa mi chiedete di partecipare. Ripeto, realisticamente.

Anonimo ha detto...

Riprendo una domanda fatta da un anonimo commentatore a questo post, a cui non e' stata data risposta:

Siamo davvero competitivi?

C'e' qualcuno che, aldila' del naturale desiderio che abbiamo tutti, di tenerci stretto il nostro posto di lavoro, puo' rispondere in modo obiettivo?

Il punto di vista dei sindacati lo conosciamo, il punto di vista di chi ha competenze per poterlo dire lo abbiamo sentito da una sola voce nell'assemblea del 22 Gennaio (e lo ringrazio per questo); c'e' qualcun'altro che si puo esprimere a proposito?!

E' vero che i nostri apparati non si vendono o e' l'azienda che non vuole venderli? Sono affidabili o no?

Se non siamo onesti su questi punti di vista, si puo' lottare per il posto di lavoro ma non abbiamo la certezza che l'azienda abbia torto marcio!

P.S. per quanto riguarda la seconda domanda a proposito della strategicita' delle aziende ad alta tecnologia nel nostro paese, e' una domanda che dobbiamo fare ai nostri interlocutori ministeriali, perche' da quello che si vede non gli importa assolutamente nulla! Quello che conta e' il debito pubblico, lo spread, l'andamento delle borse e abolire l'articolo 18!

M.

Anonimo ha detto...

Scusate.. assemblea del 24 Gennaio.

M.

Anonimo ha detto...

Brava Adriana, il tuo intervento all'Infedele è stato proprio incisivo, peccato che ti hanno fatto parlare solo in tarda serata .... ma meglio che niente.
Grazie

Anonimo ha detto...

La situazione in ALU finira' come e' sempre successo con un compromesso tra azienda e sindacato che lasciera'tutti con la bocca amara , e' sempre andata cosi' e sara' sempre cosi'.E non servira' a nulla limitarsi all'incazzatura contro i sindacati e brontolare contro il " tradimento ". Da questo fallimento bisognera' trarre gli insegnamenti che possono servire nelle lotte future, per evitare compromessi vergognosi che indeboliscono e dividono .. Le organizzazioni sindacali e i partiti che stanno dietro di loro, invece di opporsi radicalmente al piano di esuberi accettano che le concentrazioni capitalistiche avvengano a spese dei lavoratori.

E' giunto il momento di organizzarci da soli un SINDACATO COSI' non ci serve

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