venerdì 2 marzo 2012

Il distretto "green-high tech" Vimercate: cos'è e come non funziona

Articolo CGIL Monza Brianza

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il distretto High Tech MB é una invenzione malsana di qualche politico locale e di qualche pseudo-manager in cerca di qualche sistemazione. L'unica cosa positiva é che forse distribuisce qualche stipendio a pochi dipendenti, che però purtroppo sono tutti raccomandati di politici locali.
Il Sindacato proponga di chiudere questa fondazione oppure in alternativa di modificarne lo statuto, tagliando innanzitutto gli stipendi dei manager (ma a che cosa serve un direttore di marketing per un ente che non produce nulla?). In sostituzione di questi pseudo-manager, se non accettano il nuovo statuto (ma qualcuno, tra cui il Presidente, forse accetterà), si faccia appello a tanti manager in pensione, prepensionati delle multinazionali locali o ex-locali, che sarebbero capaci di svolgere gli stessi compiti e disposti a farlo a titolo gratuito, fino a che non si individui la strada giusta per questa iniziativa, che al momento é solo un tentativo. Quando l'inziativa diventerà una vera realtà industriale, con un piano economico credibile, allora potranno entrare in gioco i manager veri giustamente remunerati.
Bisogna essere realistici. Nella situazione attuale politico-economica, l'unico modo per creare lavoro, o preservare quello esistente, é di trovare un imprenditore, o un gruppo di, che ci metta il capitale (anche non-loro) e le idee.L'imprenditore può essere anche lo Stato, nelle forme e modi dovuti.
Le mie sono solo idee e considerazioni, ma chi é sul campo ne dovrebbe tener conto
prima che sia troppo tardi. Sottolineo che la base delle mie idee é che un compito come quello di gestire la Fondazione High Tech MB, allo statpo attuale, é da considerarsi un'attività sociale da svolgere a titolo gratuito, da parte di pensionati o di manager attivi volontari.

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente soprattutto il punto che ci sianotanti manager pensionati molto capaci che potrebbero dare un grosso contributo (e frutto dei disinvestimenti e prepensionamenti attuati negli ultimi anni da le varie multinazionali delle telecomunicazioni che si stanno ritirando dall'Italia).
E' assurdo che la nazione che ha dato i natali a Meucci e Marconi oggi non abbia una azienda leader nel polo delle telecomunicazioni. E sono anche convinto che con una visione di ampio respiro e raccogliendo tutte le potenzialità tra manager di elevata esperienza (attualmente in pensione) assieme a ingegneri molto capaci e competitivi oltre che produttivi rispetto alle varie realtà europee si potrebbe creare un polo tecnologico profittevole che faccia da contraltare (e quindi complementare) con l'alta qualita e grande innovazione all'emergenti realtà Asiatiche.

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