lunedì 10 novembre 2014



GIOVEDI’ 6 NOVEMBRE: SCIOPERO E PRESIDIO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI IN OCCASIONE DELLA VISITA DEL PRESIDENTE RENZI.

La partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori Alcatel Lucent allo sciopero e al presidio davanti alla nuova sede ha reso possibile l’incontro di una delegazione della RSU Alcatel Lucent con il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Un risultato importante ed unico se pensiamo che il presidente Renzi nelle sue visite non ha mai incontrato i rappresentanti dei lavoratori.

Un risultato che ci ha permesso di raccontare quello che è realmente Alcatel Lucent e che va oltre alle inaugurazioni ed alle cerimonie di una nuova sede che conterrà meno di 700 dipendenti.

Un’azienda che ha in corso un pesante piano di ristrutturazione con la dichiarazione di 586 esuberi strutturali nel nostro paese e che prevede il disimpegno dell’azienda su importanti attività di Ricerca e Sviluppo ed un ridimensionamento della sua presenza industriale con la cancellazione di tantissimi posti di lavoro.

Un’azienda che non ha ancora presentato un piano industriale e di investimento per quanti rimarranno in Alcatel Lucent.

Abbiamo ribadito quanto il settore telecomunicazioni sia importante per la ripresa degli investimenti, che devono avere una regia pubblica del governo attraverso l’implementazione dell’agenda digitale, ad oggi completamente ferma.

Abbiamo richiamato il governo e la politica alle proprie responsabilità, perché non ci convince l’approccio del presidente del consiglio di lasciar fare alle imprese, visti i risultati.

Abbiamo ricordato al Presidente l’importanza degli investimenti nei settori strategici e che occorre passare dalle parole ai fatti.

Abbiamo bisogno di risposte concrete nel brevissimo tempo, perché ci sono molte persone che rischiano di perdere il posto di lavoro, e l’intero settore dell’hi tech rischia di scomparire, o comunque di perdere la sua funzione di ecosistema industriale.

Il Presidente del Consiglio ha convenuto sul fatto che molte cose non sono state fatte o sono state fatte in modo sbagliato, in particolare da parte delle pubbliche amministrazioni, in tema di sviluppo dell’economia digitale.

Quanto alle risorse, ha rinviato al piano di investimenti promesso dal presidente della Commissione Europea Juncker e al superamento dei vincoli del patto di stabilità europeo, due strade certamente non di immediata fattibilità.

Non basta elogiare i ricercatori e gli inventori, bisogna anche sostenere un sistema industriale dove le intuizioni e le invenzioni possano diventare prodotti e servizi concreti che contribuire allo sviluppo.

Questo, riteniamo, lo si fa con interventi concreti di politica industriale e non taglieggiando i risparmi previdenziali o i diritti di chi lavora.

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