INTERROGAZIONE
Al Ministro delle Sviluppo
economico
Premesso che
il ministro in indirizzo è
perfettamente a conoscenza della situazione dell'azienda Alcatel Lucent di
Trieste, avendo incontrato in data 23 aprile u.s. il Presidente e
l'amministratore delegato;
nonostante le rassicurazioni del
ministro, tale incontro non ha dato risposte rassicuranti circa il prossimo
futuro dello stabilimento di Trieste, che occupa circa 350 dipendenti Alcatel, oltre 200 lavoratori
in somministrazione e oltre cento addetti di aziende terze legate ai servizi:
nel corso dell'incontro la direzione dell'azienda non ha smentito la volontà di
vendere lo stabilimento di Trieste, riaffermando nel contempo la strategicità
del sito, che produce tecnologie ottiche, un mercato in espansione a livello
globale, ribadendo che la fusione con la
Nokia non ha nulla a che vedere con il suo assetto;
al contrario, sono insistenti le
voci che, oltre alla Nokia, sono in corso
trattative con le multinazionali Flextronics e Jabil, che hanno già acquisito e
prontamente delocalizzato altre aziende italiane;
42 lavoratori/lavoratrici sono
attualmente in CIGS fino al 6 maggio 2015, con procedura di mobilità che scade
nella stessa data e la manifesta indisponibilità dell'azienda a ricollocare
questi lavoratori;
Alcatel Lucent siede al tavolo
dell'Agenda Digitale, dove si trattano i futuri investimenti previsti in Italia
sulle telecomunicazioni per la Banda Ultralarga
per sapere
se già nell' incontro del 7
maggio p.v. il ministro non intenda, in accordo
con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, avanzare proposte concrete per scongiurare i
licenziamenti dei lavoratori in CIGS; attivarsi per esercitare un maggiore
controllo sulle modalità di acquisizione da parte di Nokia, o delle altre
aziende interessate ad Alcatel, al fine di difendere gli asset occupazionali e
industriali presenti in Italia e impedire ulteriori delocalizzazioni; intervenire
sui piani governativi relativi alla
Banda ultralarga e dell'agenda digitale, per fare in modo che gli
investimenti pubblici già stanziati, siano finalizzati al mantenimento e allo
sviluppo dell'occupazione in Italia, evitando di finanziare aziende che non
garantiscono la produttività e l'occupazione in Italia.
Barozzino, De Petris, Cervellini,
De Cristofaro, Petraglia, Uras
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