Alcatel-Lucent. No ai licenziamenti!
Martedì 17 febbraio
si è svolto presso il ministero dello Sviluppo Economico un incontro di
aggiornamento sul piano di ristrutturazione di Alcatel-Lucent in Italia.
L’azienda ha
dichiarato che dall’inizio dello Shift Plan si sono verificate 345
uscite per esternalizzazioni e 237 uscite tra dimissioni, mobilità
volontarie e ricollocazioni interne, a fronte di 689 esuberi complessivi
dichiarati dall’azienda (586 relativi allo Shift Plan e 103 residui del
precedente Performance Program).
Il numero di lavoratrici e lavoratori attualmente in CIGS è di 43, così suddiviso:
37 a Vimercate, 4 a Bari, 1 a Roma, 1 a Lecce.
Resterebbero quindi complessivamente 107 esuberi, che l’azienda ha dichiarato di voler affrontare in questo modo:
-
- esternalizzazione verso SESA di circa trenta persone di IP Platform (Battipaglia), per cui è prevista a breve l’avvio della procedura di cessione.
-
- licenziamento collettivo per le persone in CIGS, con una procedura di mobilità che l’azienda intende aprire nei prossimi giorni per avere la possibilità di licenziare prima della scadenza della attuale CIGS!
-
- i restanti esuberi non sarebbero al momento identificati.
Le Organizzazioni
Sindacali hanno ovviamente giudicato inaccettabile questo piano, che
produrrebbe una rottura drammatica in Alcatel-Lucent, contraddicendo la
storia di questi anni fatta di costante ricerca di soluzioni condivise.
Il rappresentante
del MISE, Dott. Castano, ha dichiarato che il Ministero non considera i
licenziamenti come uno strumento disponibile per la gestione delle crisi
aziendali e ha invitato l’azienda a rivedere le proprie posizioni.
Anche il
rappresentante della Regione Lombardia ha invitato l’azienda a non
aprire la procedura di mobilità ed ha dichiarato la disponibilità ad
esaminare tutte le alternative possibili.
L’azienda non ha
dato disponibilità a modificare la propria posizione, assumendosi così
la responsabilità di riaprire una fase di scontro, con le lavoratrici ed
i lavoratori e le organizzazioni sindacali.
È dunque questo
l’effetto della tanto pubblicizzata visita a Vimercate del premier
Renzi? I licenziamenti? E’ questa la “nuova fase”?
Per quanto riguarda
l’annunciata cessione verso SESA, si tratta di un’operazione molto
critica poiché quella società ha recentemente aperto una cassa
integrazione straordinaria che coinvolge anche lavoratori ex-ALU, e sta
mostrando ritardi nel pagare gli stipendi.
Permangono criticità anche sulle sedi:
- a Rieti il contratto di affitto è stato prorogato a fine 2015, e poi?
- a Battipaglia
l’azienda sembra intenzionata a cercare una nuova sede, di dimensioni
ridotte, poiché nella sede attuale non è in grado di garantire né la
fornitura di energia elettrica, né le condizioni igieniche e di
sicurezza necessarie, a causa dei problemi con il “soggetto
imprenditoriale” a cui ALU ha ceduto la produzione.
- infine su Trieste l’azienda continua a smentire le voci ricorrenti di possibile cessione dello stabilimento.
Il Coordinamento
nazionale ALU e le segreterie nazionali FIM FIOM UILM decidono la
convocazione delle assemblee dei lavoratori nelle varie sedi e indicono 4
ore di sciopero da effettuare martedì 24 febbraio.
Fim, Fiom, Uilm nazionali
Coordinamento sindacale Alcatel-Lucent
Roma, 18 febbraio 2015
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