Lunedì 14
luglio si è svolto il previsto incontro al Ministero dello Sviluppo Economico,
avente per oggetto la gestione degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione
straordinaria e mobilità), le operazioni annunciate di spin-off e le
prospettive industriali di Alcatel-Lucent nel nostro paese.
Cessione
Optics legacy: è prevista per il 25 luglio l’apertura della procedura di
cessione da parte di ALU e della società cessionaria (una newco comunque
riconducibile a SIAE). Un primo incontro è previsto per il 30 luglio. La
discussione si svilupperà poi nel corso del mese di settembre. Il passaggio
nella nuova società è previsto per il 1/10/2014.
La cessione
di Enterprise (27 persone in Italia) dovrebbe avvenire con decorrenza 1 ottobre
2014. Sugli altri spin-off allo studio l’azienda non ha fornito elementi nuovi.
La
presentazione di un piano industriale aggiornato di ALU Italia, che definisca
impegni industriali seri per ciò che resta di quest’azienda in Italia, è stata
rinviata al prossimo mese di settembre.
La
discussione sugli ammortizzatori sociali è stata molto complicata, perché
l’approccio dell’azienda punta esclusivamente a massimizzare il numero di
uscite entro fine 2014, senza dare prospettive credibili di reimpiego a chi è
stato coinvolto dalla CIGS, e a maggior ragione per chi ha fatto CIGS anche
negli anni precedenti.
L’azienda,
pur avendo dichiarato che intende gestire la mobilità in modo volontario e
avendo dato disponibilità ad un meccanismo di incentivazione condiviso (28
mensilità con un minimo di 70 mila euro), non intende assolutamente prendersi
alcun impegno su quello che farà dal prossimo mese di gennaio, tenendosi le
mani completamente libere rispetto ad eventuali nuove ulteriori procedure di
riduzione di personale.
Questo è un
nodo importante e grave che rischia di pregiudicare tutto il confronto.
La
discussione sulla cassa integrazione ha visto qualche limitata disponibilità
aziendale in termini di integrazione economica (350 euro lordi per massimo 5
mesi). Per quanto riguarda invece la rotazione, l’azienda intende effettuarla
solo in misura limitata ed all’interno di poche aree.
Il
rappresentante del MISE non è andato al di là di una generica dichiarazione di
principio sulla contrarietà ad accordi che prevedano licenziamenti, ma non ha dato
alcun contributo per modificare la posizione aziendale e quindi per tradurre in
fatti concreti quella dichiarazione di principio.
Le
organizzazioni sindacali e il coordinamento sindacale hanno ritenuto non
opportuno sottoscrivere un’ipotesi di accordo che non risponde in modo
soddisfacente alla richiesta sindacale di dare certezze ai lavoratori su cosa
avverrà a fine della CIGS. Infatti l’azienda non si prende il minimo impegno
per il 2015, neppure quello di usare le stesse modalità per le uscite (volontarietà
e incentivazione) previste per il 2014.
Il quadro è
ulteriormente complicato, da gennaio 2015, a causa dell’entrata in vigore della
riforma Fornero sugli ammortizzatori sociali che riduce la durata degli stessi.
Nei prossimi
giorni si effettueranno le assemblee per valutare insieme la situazione e le
iniziative da prendere.
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