lunedì 12 marzo 2012

COSTRUIAMOCI IL NOSTRO FUTURO

Risposte concrete dalla politica non ne arrivano!
Era la nostra ultima speranza ed ora, a mio avviso, resta solo una strada, costruire da soli, ma uniti, il nostro futuro:
IL POLO ITALIANO DELLE TELECOMUNICAZIONI DOBBIAMO FARCELO DA SOLI.

Diamo il via ai lavori! Da dove si parte? Aiutatemi, potremo dire di non aver lasciato nulla di intentato e se dovessimoi riuscirci....

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Per creare un Polo Italiano delle Telecomunicazioni, che includa ALU Italia, abbiamo bisogno che qualche azienda italiana ci rilevi.

Per far questo, dobbiamo convicere qualcuno (ammesso che ci sia) che investire sui nostri prodotti sia conveniente!

Anonimo ha detto...

Se lo stato ci credesse potrebbe darci da fare la banda larga per tutta l'Italia, ci dovrebbe rilevare ma lascirci autonomia per poter fare.

Anonimo ha detto...

Lo stato non deve credere alle parole. Deve credere ai fatti.. altrimenti e' solo beneficenza gratuita sulle spalle dei contribuenti.

periypsos ha detto...

Non credo ci sia oggi un'azienda italiana 'salvatrice', men che meno uno Stato 'benefattore' dei nostri supercervelli...

Credo che qualche chance, potremmo tentare di conquistarcela, riproponendo quel modello di Fabbrica degli Imprenditori, che fece nascere Telettra e prosperare all'indomani della catastrofe bellica.
Ma ciascuno di noi deve mettere molto del suo: economicamente, intellettualmente e professionalmente.

Proposta pratica: un incontro - una convention almeno con tutti quelli che hanno partecipato alla tre giorni di sciopero e manifestazioni - in un luogo esterno a quello aziendale, dove liberamente proporre esaminare e discutere idee e proposte per tirarci fuori dai guai, soltanto con le nostre mani e le nostre teste...da ingegneri

Anonimo ha detto...

http://www.leparisien.fr/economie/les-salaries-d-alcatel-lucent-opposes-au-gel-des-salaires-12-03-2012-1901968.php

sonia ha detto...

concordo con il commento di periypsos. Fatto commento simile anche su facebook

Anonimo ha detto...

Manca una cosa necessaria a poter avallare il progetto di periypsos: un forte cliente che dia fiducia e si dimostri disponibile a valutare il prodotto di una new-company, sapendo da dove viene, anche se non avrà il marchio famoso di Alcatel-Lucent.
In poche parole, ci vuole la "sponda" di qualche attuale (o passato) cliente di ALU.

Anonimo ha detto...

In pochi a Battipaglia hanno ricevuto questa mail. La pubblico, giusto per trasparenza..

COSA BOLLE IN PENTOLA??????

Lo scorso 1 marzo il ministro Passera ha incontrato Ben Verwaayen.
Sui contenuti dell’incontro sappiamo solo quanto abbiamo appreso dalla stampa attraverso la nota diffusa dal Ministero dello Sviluppo Economico dopo l’incontro.

Oggi è arrivata dal MiSE la convocazione per una riunione il prossimo 21 marzo.

Contemporaneamente però in azienda succede un po’ di tutto e c’è molto fermento!!!

Ci sono dirigenti che dicono ai loro team: “state tranquilli, i tagli riguarderanno le altre sedi, le sedi di Rieti e di Battipaglia ”. Oppure “Tu stai tranquillo, sei in fondo alla lista”….

Invece di questi messaggi che non tranquillizzano nessuno, invitiamo i dirigenti ad impegnarsi di più per difendere e valorizzare quanto si fa in Alcatel-Lucent Italia, nel suo complesso, contrastando chi punta a distruggere questa realtà nel nostro paese.

Abbiamo visto troppa gente, in questi anni, impegnare molto del proprio tempo e molte delle proprie energie per alimentare guerre interne (Region contro Optics, ex-Lucent contro ex-Alcatel, sito contro sito, ecc.) che non servono a noi lavoratori! Sarebbe ora di smetterla.

Anche sul fantomatico programma GROW sarebbe opportuno che sia esplicitato a livello italiano di cosa si tratta e come si intende utilizzarlo nel quadro della riorganizzazione complessiva, piuttosto che invitare ad utilizzare lo strumento, come fa HR, e poi dare messaggi contraddittori (responsabili che invitano ad usarlo, chi dice di aspettare, chi si mette di traverso…).

Noi siamo convinti che Alcatel-Lucent debba chiarire la sua strategia, dicendo almeno per una volta la stessa cosa ai lavoratori, al sindacato, al governo, ai clienti e agli azionisti.

Una strategia credibile ed un comportamento trasparente sono le premesse per un confronto costruttivo e per la ricerca di soluzioni vere, realizzabili ed a lungo termine.

Invitiamo l’azienda ed i suoi dirigenti a mantenere un atteggiamento consono alla gravità della situazione e rispettoso dell’intelligenza dei propri collaboratori.
L’azienda ed i suoi dirigenti si attengano alla REALTA’ dei fatti ed alle comunicazioni formali. Viaggiare di “fantasia” in questo momento non aiuta nessuno, sicuramente non aiuta i lavoratori.


Vimercate 13 Marzo 2012 Le RSU Alcatel Lucent Vimercate

RAPPRESENTANZA SINDACALE UNITARIA

Cristiano ha detto...

La mie considerazioni e la mia proposta iniziale nascono da quanto emerso dall’incontro tra il Ministro Passera ed il CEO di ALU: “Il ministro Passera ha evidenziato a Verwaayen che Alcatel Lucent è una realtà importante per il Paese ed ha invitato l’azienda a riflettere su nuovi scenari per sviluppare ulteriormente attività in Italia”.
Il Ministro ha prospettato nuovi scenari per svilluppare attività in Italia quindi ci saranno anche i fondi per sostenere le nuove attività previste e siccome Verwaayen non ha ancora risposto in merito e non penso sia interessato e disposto a cambiare strategia, perchè non investire quelle risorse economiche per creare un polo italiano? All’Italia ed al governo italiano serve la struttura di Alcatel-Lucent oppure servono le persone ed i lavoratori di ALU? Se ad ALU non interessa sviluppare nuove attività in Italia chiediamo al governo di fare la stessa proposta ai lavoratori di ALU e di altre società di telecomunicazioni che sono nelle nostre condizioni...dialoghiamo noi con il Ministro Passera, a noi interessano e molto lo sviluppo di nuove attività e soprattutto non chiediamo al governo di fare beneficenza fine a se stessa ma chiediamo al governo di investire su di noi e di partecipare attivamente alla creazione del polo italiano.
Detto questo condivido l’idea di trovarsi e discuterne, qualcuno ha qualche idea sul dove e quando? Creiamo un Comitato che porti avanti questo progetto coinvolgendo più persone possibile, addetti ai lavori e non, che abbiano a cuore la causa e mettano a disposizione le loro competenze, la loro esperienza, la loro passione, il loro tempo, la loro volontà ed anche i loro soldi se necessario...ma non fermiamoci su un problema o sull’altro senza averlo prima affrontato e cercato di risolverlo...andiamo oltre le sole parole e proviamo concretamente a COSTRUIRE IL NOSTRO FUTURO e la nostra speranza.

Anonimo ha detto...

Non conosco Cristiano; ma mi sembra l'unico che in una situazione tragica ha espresso un'idea giusta, forse l'unica possibile. In effetti l'unico modo per salvare quanto resta dell'Alcatel-Lucent in Italia ed in particolare a Vimercate (visto che gli altri siti sono stati eliminati) é di creare una nuova realtà industriale (non solo di R&D), con azionisti italiani, che prescinda da Alcatel-Lucent.
Finora Alcatel ha solo sfruttato i lavoratori italiani ed il mercato italiano; é giunto il momento che renda conto del suo operato e sia messa in condizioni di riparare, almeno in parte, ai danni causati al nostro paese con una strategia industriale insensata. In concreto dovrebbe essere costretta (magari da qualche giudice)a uscire di scena in Italia, pagando i danni e cedendo il posto ad altri.
Vista con gli occhi di un comune cittadino, questa può sembrare una pura utopia. Ma se se io fossi un politico, o un membro del governo, avrei certamente gli strumenti per passare dall'idea ai fatti concreti.
La prima iniziativa deve partire dai lavoratori di Vimercate, trattati da Alcatel-Lucent come polli (tanti me ne servono nel pollaio, agli altri tiro il collo e li butto o li svendo sul mercato dopo averli spennati). Svegliatevi, cari lavoratori! Invece di far altri scioperi,che vi costano cari, fate un conto di quanto vale il mercato italiano in mano ad Alcatel-Lucent e quanti danni l'ALU dovrebbe pagare agli operatori se non avesse piu' chi supporta gli apparati che ha venduto e che ora dice di voler dismettere. Fate anche un inventario delle capacità tecniche progettuali, industriali e di marketing presenti a Vimercate.
Questi dati andrebbero presentati al MISE e pubblicizzati per invogliare i possibili investitori. Tra tutti i grandi imprenditori italiani, ci sarà pure qualcuno interessato ad investire nelle TLC (se non é così, allora ci meritiamo quanto fracesi ed americani ci stanno facendo).
Al MISE andrebbe anche presentato un calcolo di quanto costerebbero gli esuberi annunciati da ALU: tutti soldi buttati al vento, dal punto di vista industriale, che potrebbero essere dirottati verso la creazione di un Polo Italiano delle TLC.

Ex commerciale ha detto...

Questi sono i risultati del far parte di una multinazionale: ieri ha investito in Italia perche' c'era mercato ed il costo del lavoro era favorevole ed oggi, sia per il mercato in calo, sia perche' sono accessibili altri paesi a minor costo del lavoro, oppure hanno incentivi per andar in USA, disinveste. Le multinazionali non sono Aziende Padronali con un fondatore che le cura per creare benessere alla propria famiglia, ma sono degli investitori finanziari che di volta in volta si fiondano sulle occasioni favorevoli. Per i due motivi anzidetti, l'Italia non e' piu' un'occasione favorevole. Cosa vi potete aspettare da una multinazionale con finanziaria in Lussemburgo?
Ma come si fa a sperperare danaro acquistando e smantellando la concorrenza sul mercato per cercare di diventare monopolista, invece di investirli nell'eccellenza dei propri prodotti?
Sono arrivati i cinesi ed hanno trovato un mercato libero da concorrenza e ci hanno spazzato via con prodotti ormai affidabili ed a basso prezzo.
Per invertire questa tendenza bisogna lavorare sulle cause che hanno portato a questa situazione, avendo anche il coraggio di esporsi in prima persona ed economicamente per crearsi lo stipendio. Ricordiamoci che ogni crisi rappresenta una disfatta del modello che l'ha generata ed una opportunita' di generare un nuovo modello.
Guardiamo al futuro con positivita'.
Facciamo delle proposte concrete e valutiamole assieme per costruire il nostro futuro.

Anonimo ha detto...

perypsos ha ragione!!!!! per qualche spunto:
http://www.thetake.org/

Cristiano ha detto...

A mio parere serve un prodotto innovativo, da sviluppare in sinergia con l'università, che sia progettato per riportare l'Europa ai massimi livelli di competitività relativamente allo scambio delle informazioni digitali. Partiamo dall'Italia costruendo il prototipo del prodotto e la rete che lo dovrà supportare. Se il governo e gli imprenditori non vogliono rischiare investendo sulle persone, facciamo in modo che investano sul prodotto, sviluppandolo noi con risorse nostre o comunque trovate da noi. Creiamo un Comitato ed apriamo un tavolo con l'università delle TLC che al Politecnico sta per chiudere e proviamo questa strada alternativa che può essere percorsa parallelamente alle iniziative già in atto per tenere il sito di Alcatel a Vimercate. Proviamoci perseguendo non l'obiettivo del profitto o il miglioramento della nostra vita ma il miglioramento della vita. Diamo un nome al Comitato ma soprattutto contiamoci, chi è disposto a provarci ed a concretizzare l'idea? Attendo commenti, adesioni, suggerimenti, critiche...

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